C’era una volta un bullo?
No! Non si possono raccontare storie dove il protagonista e’ il “cattivo” o per lo meno storie cosi’ forse non se ne raccontano! Allora c’era una volta il bullo insieme ai suoi gregari e c’era una volta la vittima e chi stava a guardare e c’era una volta una scuola che ospitava storie buone cattive giuste e sbagliate ma tutte da raccontare perche’ ogni cosa in fondo ha motivo d’esistere.
Solo per scherzo e’ uno spettacolo che, muovendosi sul filo dell’ironia e del divertimento, conduce i bambini attraverso la tematica del bullismo senza alcuna retorica ne’ moralismi per lanciare e condividere un messaggio : il bullismo fa male a chi lo fa, a chi lo subisce e a chi lo guarda senza fare nulla.
Una storia quotidiana e diretta che invita i bambini a riconoscersi e a riconoscere.
La serieta’ del tema e’ affrontata in modo tutt’altro che serioso Comicita’ e ironia sono infatti gli ingredienti chiave utili ad offrire ai ragazzi uno spettacolo divertente che pero’ non fa mai perdere di vista l’importanza e la complessita’ dell’argomento.
Nota integrativa
Da alcuni anni sono chiari i danni che alcuni episodi di bullismo possono provocare sia alle vittime colpite da patologie psicofisiche di diversa entita’ sia ai bulli stessi che in un vorticoso disimpegno morale rischiano di trasformarsi in delinquenti comuni. Oltre ai diretti protagonisti la ricaduta negativa colpisce l’ambiente e le persone circostanti ovvero genitori educatori insegnanti compagni che spesso non riconoscono la pericolosita’ del fenomeno e anzi con il silenzio la legittimano.In merito a questo argomento si parla si scrive si organizzano dibattiti e
forum che contribuiscono a tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica.
TEATRO IN MOVIMENTO compagnia teatrale sempre molto attenta al mondo dei piu’ giovani ha voluto concepire il proprio contributo utilizzando il linguaggio che le e’ piu’ consono, quello teatrale.
L’obiettivo e’ stato la realizzazione di un spettacolo chiaro, diretto senza facile retorica ne’ moralismi di alcun genere, lontano la cliche’ televisivi o semplificazioni. Il linguaggio e’ sobrio ,attuale, ispirato ma non condizionato dallo slang “giovanilistico”, che invita i ragazzi a riconoscersi e a riconoscere.